A causa dei livelli record di emissioni climalteranti, che non mostrano segni di diminuzione, nemmeno a seguito della pandemia da COVID-19, l’Unione Europea si è impegnata a de-carbonizzare la propria economia, assumendo un ruolo esemplare all’interno del panorama mondiale.

In particolare, l’UE punta a ridurre le proprie emissioni climalteranti del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 (Climate Package “Fit for 55”) e a divenire il primo continente “climate-neutral” entro il 2050. In linea con questi obiettivi, l’Italia punta a ridurre del 35% le proprie emissioni nei settori terziario, trasporti e civile entro il 2030 (PNIEC).

Gli edifici rappresentano circa il 36% delle emissioni climalteranti e il 40% degli usi finali di energia all’interno dell’EU, per questo, qualsiasi progetto di de-carbonizzazione della nostra economia deve includere soluzioni valide e praticabili per la riqualificazione e gestione del patrimonio immobiliare, basaste su un quadro coordinato di politiche energetiche, incentivi economici e strumenti di attuazione, soprattutto a livello urbano, dove risiede la maggior parte del patrimonio edilizio.

Per fare questo, occorre anzitutto conoscere, studiare e classificare il patrimonio al fine di realizzare un database flessibile di edifici di riferimento utili per le simulazioni tecniche ed economiche che dovrebbero essere sempre alla base di politiche energetiche sostenibili.